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PRIMA PAGINA

 

(di Ben Hecht e Charles Mac Arthur)

 

Adattamento e Regia di Fulvio Romeo

Stagione Teatrale: 2002/2003
Data Debutto: 06 giugno 2003

PERSONAGGI e INTERPRETI

(in ordine di apparizione)

Jenny Mish
Rita Cotugno
Oscar Besinger
Davide Razzauti
Flo Kruger
Moana Persiani
Tom Endicott
Massimo Perrotta
Susan Hartman
Chiara Lippolis
Hindy Jonson
Fulvio Romeo
Matilde Burns
Donatella Fabiani 
Lilian Grant
Fiorella Facchini
Mollie Garnet
Anna Laura Chierichetti
Lothar Enghelhofer
Paolo Stinchelli 
Earl Williams
Roberto Ripandelli
Phil Forrest
Enzo Pallante
Rebecca Pingus
Sara Pascolini
Peggy Grant
Ilaria Lettieri
 
SCENE

Davide Razzauti

COSTUMI
Anna Dei
LUCI
Riccardo Vigi
DIRETTORE DI SCENA
Maresa Santesarti
LOCANDINA
Carlo Mercuri

NOTE DI REGIA

   Quanto al testo, che ho potuto appurare non  conosce quasi nessuno, basti sapere che, scritto nel 1929 da tali Ben Hecht e Charles Mac Arthur, narra, in tempo reale, con il ritmo spassoso e lo spirito della commedia brillante, di uno scampolo della vita lavorativa di alcuni cronisti all’interno della sala stampa del penitenziario di Chicago, fra cui (Jonson), stretto tra la fidanzata che vorrebbe sposare lasciando il giornalismo e il suo direttore (Burns) che ovviamente si oppone al progetto per non perdere il suo uomo migliore.
Prima pagina venne reso celebre da due trasposizioni cinematografiche: “La Signora del Venerdi’” di Howard Hawks con Cary Grant (Burns) e Rosalind Russel (Jonson) e l’omonima opera di Billy Wilder, con Jack Lammon (Jonson)  e Walter Matthau (Burns).
Per chi ha detto “ah!” e non sta barando, aggiungo che, in Italia, e’ stata realizzata una versione teatrale tutta al femminile con Rossella Falk (Burns) e Monica Vitti (Jonson): mancava dunque all’appello l’ultima combinazione (Burns donna – Jonson uomo) che e’ quella che abbiamo realizzato.
E questo perche’, al di la’ del sesso di appartenenza, Jonson e Burns, al pari degli altri cronisti Kruger, Endicott e Besinger non sono che le diverse espressioni di un giornalismo cinico e spietato, pronto a trasformare la realta’ secondo necessita’ “perche’ qualche milione di donne sole e di impiegati piangano su quegli articoli che il giorno dopo serviranno solo ad incartarci un chilo di trippa.”
Cosi’ la lotta contro quelle “autorita’” (Forrest, Hartman, Enghelhofer, Pingus) che i cronisti vorrebbero portare alla gogna e’ parimenti strumentale a vendere “qualche copia in piu’ dei propri giornalacci”, non disponendo il “pubblico” delle capacita’ intellettive (la Sig.ra Grant, il condannato Williams) o della volonta’ (Jenny, Peggy, Mollie) di ribellarsi, per diverse ragioni al camuffamento della verita’.

Ma tutto cio’ emerge senza far ricorso a stucchevoli elucubrazioni bensi’, come detto, attraverso il sorriso, il divertimento che e’ cio’ che questa compagnia vuole assicurare sempre ai propri spettatori.

FULVIO ROMEO